Lavorare sui confini

I contorni mal definiti della patologia psichiatrica

Giandomenico Montinari

 

Titolo:
Lavorare sui confini

Autore:
Giandomenico Montinari

Edizione:
Franco Angeli – Milano 2017

Sintomi e comportamenti patologici dei pazienti psichiatrici si formano in funzione di variabili relative a un’area  molto più ampia e mal definita di quella che i curanti ritengono di controllare nei lori interventi.
I vuoti e le discontinuità, che immancabilmente si creano, vengono percepiti dai pazienti con estrema sensibilità e visti come incongruenze incomprensibili, che, se non rilevate e ancor meno sanate dai loro curanti, si traducono in gravi difficoltà di contatto con questi ultimi e in ulteriore fonte di patologia. L’incontro personale con i pazienti più impegnativi e il contestuale avvio di un processo terapeutico-riabilitativo passano necessariamente per la costruzione di un contenitore unitari e cose, capace di aggregare armonicamente realtà umane, socio-organizzative e amministrative, tutte molto importanti per il paziente, ma di solito discordanti e tendenti alla reciproca esclusione. E spesso addirittura nascoste.
E’ pertanto compito prioritario dei gruppi di lavoro individuare e integrare con forza le componenti più significative del mondo del singolo paziente: all’esterno della struttura terapeutica, i famigliari, i servizi invianti, gli amministratori di sostegno e tutto il mondo giudiziario, fino a singoli ambienti o persone rilevanti per il paziente stesso; all’interno della struttura, realtà altrettanto divergenti, come ruoli e professionalità non collegate, tecnici e approcci non coordinati, mancato affiatamento del gruppo curante e stili relazionali impropri. L’assenza o il cattivo funzionamento di uno o più di questi elementi e la perdita di coesione tra gli loro costituiscono discontinuità patogene, perché ricalcano strutturalmente e aggravano quello che è il problema principale dei pazienti: la problematica gestione dei propri confini.
Mancanza di motivazione al cambiamento, collaborazione solo formale, incomunicabilità, agiti e aggravamenti clinici sono la puntuale risposta dei pazienti alle carenze di coesione del loro contenitore terapeutico. Tutte modalità espressive e comportamentali che, se lette e capite in maniera adeguata, contengono in sé le indicazioni per la messa in atto di interventi correttivi, talvolta determinanti. Grazie alla sua lunga esperienza specifica, l’Autore affronta queste tematiche e propone molti punti di vista inediti e numerosi suggerimenti operativi.